Una disamina che incuriosisce e invoglia ad apprendere con saggia disinvoltura.
Vi è posto in essere un cambio di prospettiva nel mio approccio all’insegnamento di Inglese. Si parte, anzi parto, dalle immagini degli eventi espressi dal verbo in un determinato frangente, perché riuscire a decifrare ed inquadrare l’immagine spazio temporale giusta, ovvero l’aspetto verbale giusto, che va presentata mediante la struttura verbale giusta nel tempo giusto sarebbe effettivamente il vero inizio della ragione nella grammatica inglese.
Allora, si è soventi partire subito con le stru...
Vi è posto in essere un cambio di prospettiva nel mio approccio all’insegnamento di Inglese. Si parte, anzi parto, dalle immagini degli eventi espressi dal verbo in un determinato frangente, perché riuscire a decifrare ed inquadrare l’immagine spazio temporale giusta, ovvero l’aspetto verbale giusto, che va presentata mediante la struttura verbale giusta nel tempo giusto sarebbe effettivamente il vero inizio della ragione nella grammatica inglese.
Allora, si è soventi partire subito con le strutture verbali e le corrispettive funzioni di tali strutture senza creare il nesso tra le strutture. Senza visualizzarle. Per cui risultano spesso come delle improvvisazioni fatte strada facendo, cioè degli elementi sconnessi, non correlati o collegati, quasi dissociati e incoerenti. Ognuno da imparare a sé. Una storia a sé. Invece non dovrebbe essere così, perché vi è un filo conduttore preciso fatto d’Immagini dietro a tutte le strutture verbali, che le collega intimamente, facendo sì che il tracciato e percorso risultino molto più lineari e coerenti. Praticamente è l’anima e il telaio dei verbi e per estensione del linguaggio stesso.
Ci si riesce davvero a sentire, a respirare, a vedere, il linguaggio all’opera, ovvero l’opera che si mette all’opera, divertendosi quasi.” Un linguaggio, un metodo, che riesce ad innescare l’interesse per la lingua, evocando paesaggi, immagini e sensazioni. Attraverso la disamina il discente ne rimane estasiato, un metodo pregno di una gioia irrefrenabile, come se ogni spiegazione fosse un racconto di una fiaba, dove i vocaboli e le strutture grammaticali sono i personaggi, l’attore principiale è, appunto, il linguaggio e la sua necessità di compiersi attraverso l’incarnazione della parola intrisa nelle strutture linguistiche.